Articoli - 24 maggio 2009
Festa dell'Ascensione di Gesù
Dal sostare davanti a Dio al saper stare davanti agli uomini
“Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro [gli apostoli], fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio”.
La festa dell’ascensione di Gesù al cielo ci racconta il finale della vita pubblica di Gesù: da questo momento in poi Gesù non si vede più se non con gli occhi della fede.
Potremmo pensare che, dal momento che sale verso il cielo, il compito del cristiano sia solo quello di guardare al cielo, di stare col naso all'insù per cercare nel cielo un segno della presenza di Dio. È certo che oggi più che mai tutti - magari in modi diversi - cerchiamo la presenza di Dio nella nostra vita: la cercano gli anziani, fedeli ad un certo stile di vita; la cercano i giovani, navigano in internet per esempio... tutti abbiamo bisogno di Dio, di qualcuno che ci aiuti a vivere da persone compiute. Allora chiediamoci qual è il Dio che Gesù ha manifestato e che cosa chiede a me, adesso che Gesù è ritornato da Lui, questo Dio.
Il volto del Padre che Cristo ci ha mostrato è fatto di misericordia, di amore, di perdono, di attenzione agli ultimi, di accoglienza. E quello che Gesù lascia a noi come compito prima di ascendere al cielo è “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura” guardare al cielo per poter stare sulla terra in modo singolare, significativo: il cristiano deve lasciare le grandi autostrade della velocità, per viaggiare sui sentieri dove si corre a passo d’uomo...per poter essere-con gli altri e annunciare con i fatti, fatti che nascono da un rimanere in Cristo ben radicati, l’amore a volte scomodo di Gesù.
Amare le persone, il territorio, la comunità, i vicini e i lontani; amare è essere responsabili della vocazione che abbiamo ricevuto e viverla senza tirarsi indietro.
L’Ascensione è la festa della contemplazione: dalla preghiera all'azione pastorale; dall'ascolto alla testimonianza; dal sostare davanti a Dio al saper stare davanti agli uomini.
don Luca