Articoli - 10 maggio 2009
Grazie!
Grazie a tutti voi per questa mia prima festa del primo maggio, è stato un momento veramente bello, oserei dire di famiglia, nel quale la nostra comunità ha ospitato tante persone, ma anche un momento nel quale abbiamo avuto modo di rinnovare legami amicali che si portano avanti da anni.
È stato sicuramente pesante per chi aveva da svolgere alcuni servizi per il bene di tutti, ma credo che la fatica sia stata ripagata dal fatto che tutti quelli che sono passati per le strutture della parrocchia hanno fatto i complimenti per tutto: “Arrampilandia”, “Marco e i Niagara”, “Nicola Gargaglia”, i “Joy Singers”, lo spettacolo pirotecnico, i gruppi musicali dei giovani, il bar, la gastronomia e le mostre; ma poi la celebrazione del 1 maggio con don Narciso e don Italo, i lustri di matrimonio il 3 maggio, i cori che sono venuti ad animare le messe...tutto ha reso speciali quei giorni, ricchi di iniziative per tutte le età e di soddisfazione per chi ha speso tempo e denaro per preparare tutto quello che si è visto.
“Mi sono sentito orgoglioso di essere di questa parrocchia” mi ha detto una persona, e questo mi ha fatto moltissimo piacere. Mi piace anche pensare questa festa come un momento di slancio verso il futuro: dopo tutte le cose che sono state dette circa la chiusura della comunità, abbiamo dimostrato prima a noi stessi e poi agli altri che la tenacia e la decisione della “Marghera sud” non è cosa da sottovalutare.
Mi ha stupito e fatto pensare vedere tanti giovani approfittare dei momenti organizzati, mi sono domandato quale sia adesso il loro modo di vivere; quanti di loro sono passati per le nostre stanze, per la nostra chiesa; quante partite a calcio hanno fatto nel campetto; a quante estate ragazzi hanno partecipato... chissà quale immagine di Dio abbiamo dato loro, quale di Gesù, quale della vita cristiana…
E poi le famiglie che sono venute, e gli adulti...insomma in tre giorni buona parte della comunità sia quella che frequenta che quella un po’ più distante è capitata qui e io ho avuto modo di vedere tutti.
“Rimanete in me e io in voi” è il messaggio che Gesù dona a noi nel vangelo di oggi: solo chi “rimane” in Gesù porta frutti buoni. “Rimanere” in Lui vuol dire imparare a conoscerlo, ad ascoltarlo, a capire perché vivere in un modo e non in un altro, a fare esperienza di quella fede che in Cristo si è manifestata in pienezza: fede è fiducia in Dio, in quel Dio che scommette ogni giorno su ogni uomo.
Ancora il vangelo ci dice che “ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto”: forse anche questa è la storia della nostra parrocchia aver subito una potatura per poter rimettersi in sesto e riprendere ancora più spedita il cammino di discepola del Signore. È importante allora ricordarci sempre che tutto quello che facciamo, non lo dobbiamo fare per metterci in mostra, ma perché nasce da quella contempl-azione che mi suggerisce, per dirla alla La Pira, di stare in ginocchio davanti per poter stare in piedi davanti agli uomini e per poterli servire sempre meglio. Allora inizieremo ogni volta a tracciare la nostra identità di cristiani imparando, partendo dalla preghiera, a dire “Eccomi, si compia in me quello che hai detto”.
don Luca