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Guardare ad occhi ben aperti la realtà del mondo che ci sta intorno

25 febbraio 2018
L'invito è quello di “guardare ad occhi ben aperti la realtà del mondo che ci sta intorno” e di cercare nostro fratello tra i poveri e gli ultimi del mondo, non separando la “sete spirituale” dalla “sete letterale”. Uno dei criteri per capire cos'è “centro” e cosa è periferia nel mondo, è infatti proprio l’accesso all'acqua, diritto inalienabile della persona. Come già affermato nella Laudato Si’ e ribadito dai dati delle organizzazioni internazionali, oltre 2 miliardi di esseri umani non hanno la possibilità di fruire di acqua potabile. Una moltitudine letteralmente assetata, davanti alla quale si “rende urgente adottare un’autentica conversione degli stili di vita e di cuore”, “che vada in direzione contraria alla cultura dello spreco e della diseguaglianza sociale”. Dove i Paesi ricchi sperperano le loro risorse, infatti “gli altri vivono nel supplizio”. In questo contesto “la Chiesa non deve aver paura di essere profetica e di mettere il dito nella piaga” e non può che confrontarsi con le periferie del mondo. “Un discepolo di Gesù deve saperlo convintamente”, innanzitutto perché “Gesù stesso è un uomo periferico”. E alle periferie si rivolge, dando dignità ad ammalati, ossessi, poveri, stranieri e peccatori. Il cristianesimo stesso è poi per sua natura una “realtà periferica”. La scelta dell’incontro con le periferie non è unicamente un imperativo della carità, è una mobilitazione storica e geografica che consente l’incontro con ciò che il cristianesimo è stato e con ciò che esso è. Anche le periferie della Chiesa hanno sete: di essere ascoltate. Come avvertiva San Giovanni Crisostomo, la Chiesa deve evitare il “terribile scisma” tra “quello che separa il sacramento dell’altare, dal sacramento del fratello, quello che pericolosamente allontana il sacramento dell’eucarestia dal sacramento del povero. Le periferie esistenziali tuttavia non sono solo economiche, per questo l’umanità va abbracciata e anche se non riusciamo a impedire le lacrime sul volto del prossimo, possiamo porgergli un fazzoletto e dirgli “sono qui”, “non sei solo”. Le periferie, infatti, “non sono solo luoghi fisici, sono anche punti interni della nostra esistenza, sono luoghi dell’anima che hanno bisogno di essere pascolati”.
Papa Francesco