Semplicità: per saper leggere l'oggi
A volte le cose importanti sono esattamente il contrario di quello che noi pensiamo
Da qualche anno la Caritas diocesana è presente in Romania, a Slobozia cittadina di 40000 abitanti circa, per tante estati siamo stati li con i giovani ad animare il GrEst e abbiamo vissuto giorni bellissimi. La bellezza di quelle giornate stava nella grande fatica del lavoro, del caldo, del cercare di ridurre la distanza culturale tra noi, i giovani e i bambini che li abbiamo trovato ma soprattutto nel riscoprire le cose semplici - forse per noi banali - piccole… All'inizio della settimana che si è conclusa un giovane di Slobozia mi ha telefonato per dirmi che una ragazza di 17 anni, una ragazza buona, vivace, brava era morta in un incidente: il pensiero è andato a quei giorni estivi passati assieme a quei giovani, alla semplicità dei rapporti, alla disponibilità di compromettersi. Ma il ricordo maggiore è stato quello di come un sorriso, una carezza, un semplice grazie fosse per questi ragazzi qualcosa di grande. Come cioè le cose banali e scontate per noi, quelle cose che spesso pensiamo non abbiano valore, per loro siano fondamentali.
Se in una famiglia manca il dialogo sincero, la capacità di sostenersi quando si vivono momenti di fatica, la disponibilità a chiedere scusa e riconoscere i propri errori; se in uno dei nostri condomini venisse a mancare il rispetto per l’altro e si avesse la presunzione di aver ragione a tutti i costi; se nelle nostre scuole mancasse la pazienza di guidare i più piccoli alla conoscenza di quello che la storia ci ha insegnato...che cosa sarebbe realmente importante?
“Se il chicco di grano...” che cos'è un piccolo chicco di grano davanti alla grandezza di certi edifici? Che cos'è un pugno di sale davanti a certe grandi scoperte scientifiche? Che cosa conta oggi un barbone davanti ai grandi che governano il mondo?
La scienza, la tecnologia se assolutizzate rischiano di disumanizzare la nostra terra, di creare un mondo nel quale tutto sia come voglio io, un mondo a mia immagine, un mondo veloce ed efficiente, ma asettico e inespressivo.
“Se il chicco di grano non muore, rimane da solo...” ecco allora la missione di noi che crediamo in Gesù, essere gente che anche nella fatica si aiuta a capire quanto importante sia il mettersi in gioco, l’interessarsi di tutto e di tutti, di prendersi cura dei più piccoli, di insegnare ai giovani che tutto è possibile, sperando anche quando sembra essere impossibile, che cambiare questa nostra terra è compito mio, nostro e che questo mondo non lo si cambia tanto sostituendo i valori con la comodità, il rispetto con la potenza, che non ci si misura a partire da quando è spesso il portafoglio, che non si hanno solo diritti...così facendo si rimane soli e inquieti.
La vita, quella di Gesù che può essere di ciascuno di noi, la vita è fatta di passione e di compassione “se invece muore porta molto frutto”: imparare da un semplice chicco di grano come si deve vivere è l’esempio che Gesù porta ai suoi, un esempio che racconta la sua vita che è il modello della nostra vita.
Quante persone invece si nascondono dietro il proprio titolo, dietro le proprie comodità, dietro il perbenismo e pensano che quello sia importante. Quanti adulti vivono già spenti perché si sono rassegnati a vedere le cose andare lentamente sempre più giù, impoverendosi, svuotandosi. Quante volte perdiamo l’occasione buona per aiutare i nostri giovani a crescere ed essere appassionati di questo mondo, di questa umanità…quante volte chiudiamo loro la bocca e tarpiamo loro le ali perché si esprimono in modo diverso dal mio…
Innalzato da terra, sul legno della croce, Gesù ci dice che da quel luogo di sconfitta umana, Dio manifesta la sua vittoria, Dio si svela coma Padre.
A volte le cose importanti sono esattamente il contrario di quello che noi pensiamo. C’è da riflettere…
don Luca