Gesù Lavoratore

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Uno sguardo sentirsi amati

25 ottobre 2009
Non si vede bene che con il cuore
«Coraggio! alzati, ti chiama». Sono queste le parola che i discepoli dicono al cieco che giace ai margini della strada dopo che Gesù, per la grande insistenza del cieco stesso, ha detto loro di chiamarlo. Sembra quasi la comunità che rende gesto reale la Parola del Maestro e si fa carico di questa persona apparentemente lontana da Colui che tutto può: la comunità che accoglie, sostiene, accompagna... e lo fa dopo che questo cieco dice chi è: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me» un peccatore che ha bisogno di salvezza, una persona che riconosce di non poter bastare a se stessa e per questo cerca nell'Altro la strada per essere compiuta, per poter vedere di nuovo.
Il dono della vista non è solo il poter vedere le cose del mondo nuovamente, ma anche il saper vedere oltre l’apparenza, imparare a guardare tutto ciò che ci circonda, che ci accade, tutta la storia nostra e altrui con gli occhi della fede. Paradossalmente il cieco era la persona che ci vedeva meglio perché ha saputo riconoscere in Gesù il Maestro, il Messia, cosa che coloro che avrebbero dovuto essere le vere guide per il popolo - come i farisei per esempio - non sapevano fare.
Mi viene in mente una frase del Piccolo Principe dove si dice che «non si vede bene che con il cuore»... questo cieco pur essendo solo ed emarginato ha saputo rendere grande il suo cuore imparando a conoscersi e a capire che nulla si può fare da soli, ma che sono aprendosi all’Altro si possono vivere rapporti veri ed autentici: tropo spesso pensiamo di bastare a noi stessi, di avere sempre ragione, di insegnare noi le cose giuste.
E poi va a finire che ci perdiamo, che non capiamo il grande valore della comunità (la Chiesa), che pensiamo di poter decidere noi ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.
Mi piacerebbe che re-imparassimo a vivere un confronto sereno e costruttivo, che con grande maturità ci chiedessimo aiuto per vivere meglio, che facessimo questo grande sforzo di stimarci a vicenda: l’altro è per me dono, non ostacolo; è per me salvezza, non intralcio; è per me correzione, non giudizio.
Vedere con il cuore è quello sguardo di amore che Gesù rivolge a ciascuno di noi quando pensiamo di poter essere autonomi, indipendenti da tutto e da tutti; quando pensiamo di essere padroni della nostra vita non entrando nella logica del dono; quando ci tappiamo gli occhi per non vedere quanta strada ancora dobbiamo fare per imparare a vivere da persone compiute, sante.
Imparare a vedere bene, ci metterà nella possibilità di non essere schiacciati dai nostri limiti, dalle nostre piccole o grandi infedeltà, ma di sentirci sempre accolti da questo Maestro che sempre e comunque ci ama. L’impegno è quello che anche noi, tutti noi, dobbiamo imparare a fare la stessa cosa gli uni per e con gli altri, è qui non c’è esclusione di nessuno.
don Luca