Sacro Cuore di Gesù tra storia, preghiera e devozione
Articoli - 10 giugno 2018
Non un’immaginetta per devoti ma «il cuore della rivelazione, il cuore della nostra fede perché Cristo si è fatto piccolo» scegliendo la via di «umiliare se stesso e annientarsi fino alla morte» sulla Croce. Con queste parole il Papa l’anno scorso parlava del Sacro Cuore di Gesù, o meglio della “solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù” che nel 2018 si celebra l’8 giugno.Si tratta infatti di una festa mobile che cade il venerdì dopo il Corpus Domini. Anche se la prima celebrazione risale al XVII secolo, probabilmente nel 1672 in Francia, la devozione al sacro cuore di Gesù ha origini molto più antiche. Punto di partenza è per così dire la figura di san Giovanni apostolo che tantissime iconografie ritraggono nell’Ultima Cena con il capo appoggiato al cuore di Gesù. Notevole impulso venne poi anche nel Medio Evo da figure come Matilde di Magdeburgo (1207-1282), Matilde di Hackeborn (1241-1299), Gertrude di Helfta (1256-1302) ed Enrico Suso (1295-1366).
Tuttavia la vera diffusione del culto va attribuita a san Jean Eudes (1601-1680) e soprattutto a santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690). Quest’ultima, monaca visitandina nel monastero di Paray-le-Monial, ebbe per 17 anni apparizioni di Gesù che le domandava appunto una particolare devozione al suo cuore. La prima visione risale al 27 dicembre 1673 festa di san Giovanni evangelista e la santa nella sua autobiografia la raccontò così: «Ed ecco come, mi sembra, siano andate le cose. Mi disse: Il mio divin cuore è tanto appassionato d’amore per gli uomini e per te in particolare, che non potendo più contenere in se stesso le fiamme del suo ardente Amore, sente il bisogno di diffonderle per mezzo tuo e di manifestarsi agli uomini per arricchirli dei preziosi tesori che ti scoprirò e che contengono le grazie in ordine alla santità e alla salvezza necessarie per ritirarli dal precipizio della perdizione. Per portare a compimento questo mio grande disegno ho scelto te, abisso di indegnità e di ignoranza, affinché appaia chiaro che tutto si compie per mezzo mio».