La Riconciliazione
Notizie in breve - 7 maggio 2023
“Perché devo dire i miei peccati a un prete?”Se sono pentito e, da solo, chiedo perdono, il Signore non mi assolve? Se c’è vero pentimento, cioè non solo il timore o il desiderio di evitare pene, ma amore di Dio e del bene, e si chiede perdono, Dio ci può perdonare. Ma il peccato non è solamente una cosa “personale”, individuale, tra me e Dio. Il peccato ha sempre anche una dimensione sociale, orizzontale. Con il mio peccato personale, anche se forse nessuno lo sa, ho danneggiato anche la comunione della Chiesa e sporcato l’umanità. Tale dimensione richiede il Sacramento che libera dal peccato e ti dà una piena riammissione nella comunità della Chiesa viva. Per questo Gesù ha voluto legare l’assoluzione al sacerdote. Il Sacramento non è una imposizione che limita la bontà di Dio, ma al contrario, è un’espressione della bontà di Dio perché mi dimostra che anche concretamente, nella comunione della Chiesa, ho ricevuto il perdono e posso ricominciare di nuovo.
MINISTRO: sacerdote
MATERIA: pentimento
FORMA: “Io ti assolvo, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen”.
La confessione va preparata con un serio esame di coscienza. Presentandosi dal Sacerdote, è bene iniziare dicendo a quanto risale l’ultima confessione e poi ringraziare il Signore di un qualche suo dono: ciò ci aiuta a capire che Dio ci ama e non ci condanna: siamo noi che abbiamo bisogno del suo perdono!
Diciamo quindi con sincerità i nostri peccati: è come un buttarli fuori da noi, un metterli nelle mani di Dio (confessione). Poi il sacerdote ci parla della bontà di Dio, e nello stesso tempo ci aiuta a capire la gravità del nostro errore. Ci dà dei consigli e ci invita ad una preghiera e a qualche impegno concreto (penitenza).
Appena abbiamo buttato fuori le cose cattive, vogliamo riempirci di bene. Il male non deve trovare in noi posto libero! Dopo un atto di pentimento, il sacerdote ci dà l’assoluzione.
Il pentimento è necessario per vivere davvero la “festa del perdono”!