La preghiera per i lavoratori
Articoli - 30 ottobre 2011
Un ricordo per chi non c'è più
È stato un momento bello, partecipato e ben preparato quello di venerdì scorso: l'Unitalsi Aziendale, quella diocesana, la san Vincenzo, la parrocchia assieme hanno organizzato la tradizionale messa per tutti i caduti sul lavoro.Anche quest’anno a presiederla è stato mons. Dino Pistolato - direttore di Caritas Veneziana - con la partecipazione di don Marco De Rossi - vice-direttore dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro e parroco nella vicina parrocchia dei ss. Francesco e Chiara - e don Angelo Tironi che per tanti anni ha seguito il mondo dei lavoratori qui a Marghera.
Ad animare la messa c’era il Coro della san Vincenzo e all'organo il M° Pierpaolo Turetta, direttore della nostra neonata Scuola di Orientamento Musicale.
A conclusione della celebrazione abbiamo benedetto l’altare dei caduti alla presenza delle autorità convenute assieme al Presidente della Municipalità Flavio Dal Corso (in rappresentanza del sindaco di Venezia), l’Assessore Provinciale al Lavoro Paolino D’Anna, il rappresentante della nostra Questura e il nostro comandante della Stazione dei Carabinieri.
Permettetemi solo un grazie al dott. Gianluca Palma - direttore dell’Ente Zona Industriale di Porto Marghera - per la sua presenza e la sua collaborazione nata proprio grazie alla Scuola di Orientamento Musicale.
La buona partecipazione di fedeli mi aiuta a capire che questo momento deve essere curato e mantenuto vivo: il ricordo di chi è morto facendo il suo lavoro ci aiuta ad aprire le porte della nostra vita per capire come oggi noi siamo chiamati a porci rispetto ai grandi problemi legati al mondo del lavoro, alla disoccupazione giovanile, alla difficile situazione dei cinquantenni senza lavoro che nessuno vuole assumere, alla fatica di tante e tante famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese, alla faticosa ma necessaria integrazione tra culture ed etnie non per un ragionamento sterile o sconsolato ma per avere occhi carichi di speranza, cuore pieno di passione, vita piena di compassione per poterci aprire al futuro e gettare al largo le nostre reti.
Mi domando come la nostra parrocchia, riprendendo l’originale vocazione di stare vicino al mondo dei lavoratori, può inserirsi in questo difficile e fragile contesto, quali potrebbero essere i passi da fare per far sentire a queste persone la vicinanza di un’intera comunità.
Mentre cerchiamo di trovare le strade giuste, lancio l’idea di aggiornare le lapidi, che circondano l’altare dei caduti, con i nomi delle persone che dal 2001 hanno perso la vita nei luoghi di lavoro: è un piccolo segno che dice la nostra attenzione non solo a chi ci ha preceduto all'altra sponda, ma anche alle famiglie di questi nostri amici.
don Luca