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La nostra chiesa: casa tra le case

13 giugno 2010
Necessari lavori di restauro prima dell'inverno
La riflessione che vi propongo nasce da un fatto tutto pratico che non deve certo scomodare né la teologia, né il Magistero della Chiesa, tanto meno la vita di Gesù. ma a partire da un bisogno contingente - che, come avrete letto nel titolo, riguarda alcuni lavori di restauro urgenti - da la possibilità di soffermarci a riflettere sulla realtà della Chiesa e dalla sua articolazione nelle parrocchie.
In una nota pastorale di qualche anno fa, i vescovi italiani scrivevano che “Agli inizi, la Chiesa si edificò attorno alla cattedra del vescovo e con l’espandersi delle comunità si moltiplicarono le diocesi. Quando poi il cristianesimo si diffuse nei villaggi delle campagne, quelle porzioni del popolo di Dio furono affidate ai presbiteri. La Chiesa poté così essere vicina alle dimore della gente (la casa tra le case), senza che venisse intaccata l’unità della diocesi attorno al vescovo e all’unico presbiterio con lui. La parrocchia è dunque una scelta storica della Chiesa, una scelta pastorale, ma non è una pura circoscrizione amministrativa, una ripartizione meramente funzionale della diocesi: essa è la forma storica privilegiata della localizzazione della Chiesa particolare. Con altre forme la Chiesa risponde a molte esigenze dell’evangelizzazione e della testimonianza: con la vita consacrata, con le attività di pastorale d’ambiente, con le aggregazioni ecclesiali. Ma è la parrocchia a rendere visibile la Chiesa come segno efficace dell’annuncio del Vangelo per la vita dell’uomo nella sua quotidianità e dei frutti di comunione che ne scaturiscono per tutta la società. Scrive Giovanni Paolo II: la parrocchia è «il nucleo fondamentale nella vita quotidiana della diocesi»”.
Capiamo bene allora quanto importante sia la vita di una comunità parrocchiale e come, per tutti, sia il luogo nel quale riconoscersi come famiglia di famiglie. E proprio come capita in tutte le normali famiglie, anche per la nostra chiesa è giunto il tempo di fare qualche lavoro di restauro che miri a renderla più funzionale, sicura e accogliente.
Mi rendo conto che il periodo non è dei migliori, che tante famiglie sono in crisi con il lavoro, che di soldi ce ne sono davvero pochi e che la nostra non è una zona particolarmente ricca, ma credo sia giusto mettere tutti al corrente dei bisogni di questa grande casa che è la chiesa.
L’impegno più urgente, al quale bisognerebbe far fronte prima dell’inverno, è l’impianto di riscaldamento: quello attuale non si può più usare perché non è più sicuro ed è parzialmente rotto. Risistemarlo non vale la pena perché si butterebbero via molti soldi inutilmente.
Così la strada da intraprendere è quella di seguire il progetto generale di ristrutturazione della chiesa che ha già al suo interno il progetto per l’impianto di riscaldamento. Sostanzialmente non differirà molto da quello attuale, verranno aumentati gli emettitori ad incandescenza che saranno collocati nelle sei absidi laterali (dove ci sono le statue dei santi). In ogni altare saranno collocati due emettitori ad incandescenza che sommati ai due del presbiterio arriveranno ad un totale di quattordici.
Per poter fare questo è necessario abbassare le sei absidi con dei pannelli che nella parte finale conterranno proprio questi emettitori.
Questo progetto lo abbiamo già presentato sia al Consiglio Pastorale Parrocchiale che a S. Ecc. mons. Beniamino Pizziol e in entrambe le occasioni era presente anche l’architetto Pasqualetto che ha curato il progetto.
Il costo globale di questo lavoro si aggira su 120.000 € e mi rendo benissimo conto che non è poco.
Ci affidiamo alla Provvidenza e, perché no, a qualche offerta da parte di tutti voi.
don Luca