Gesù Lavoratore

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L'uomo, capace di cose grandi

7 novembre 2010
Il messaggio di Gesù e la fatica del vivere
Sempre di più ascoltando le persone in canonica o per la strada, visitando i nostri ammalati e anziani, stando con i giovani, mi rendo conto di quanto questo periodo sia segnato dalla sofferenza: arrivare a fine mese, fare i conti con la malattia, la solitudine che irrompe nella vita, il sentirsi incompleti, l’educare le giovani generazioni, il vedersi la vita sgretolata dall'oggi al domani, la fatica del convivere con persone di altri paesi e culture... e mi domando come si può fare a conciliare il messaggio di Gesù, che anche oggi arriva forte, sulla bellezza e l’importanza della vita bella - quella dei risorti!
Questa è la vita che ti promette buone relazioni con te stesso, con le persone a cui vuoi bene, con la comunità, ma che al contempo ti chiede di impegnarti in prima persona, di giocarti tutto.
E mi torna in mente il titolo di uno del libri di Roberto Saviano: “La bellezza e l’inferno”. Dentro questi due poli si giocano tutte le possibilità che l’esistenza offre e dice l’esigenza di saper scegliere chi e cosa seguire, di non abituarsi mai a nulla, di avere uno sguardo serenamente critico sul mondo, di lasciarsi guidare...
Mi sembra, a volte, che siamo troppo impegnati a tenere gli occhi bassi, a non accorgerci che sopra le nostre teste splende un cielo bello, anche se a volte nuvoloso, che la nostra vita è fatta per le cose grandi. E mi lascia sempre di più senza parole sentire - così come purtroppo abbiamo sentito domenica scorsa - che in paesi come Iraq o in India ancora oggi cristiani giovani e vecchi muoiono per dare ragione della loro fede. Lo fanno perché hanno capito che li c’è la vita libera e bella.
Noi, al posto loro, avremmo la stessa forza e determinazione? Saremmo realmente capaci di dare la vita per Gesù?