Gli uomini non brillano, se non sono stelle anche loro
Articoli - 26 ottobre 2014
Amare Dio e il prossimo per consolare e dare speranza
Dopo una lunga pausa, ecco tornare il nostro foglietto parrocchiale.Mi piacerebbe fermarmi un istante a riflettere sul titolo: Comunità in cammino. Noi siamo una comunità - cioè un assieme di persone diverse, ma che condividono un’esperienza comune, quella di avere Gesù come amico - in cammino, cioè non ferma, statica, ma in continuo divenire perché giorno per giorno possiamo scoprire e riscoprire qualcosa di noi e del motivo per cui scegliamo di stare qua.
Comunità in cammino, allora, non sono solo parole, non è solo il nome del foglietto parrocchiale, ma è uno stile di vita da assumere, un impegno da prendere, un obiettivo da raggiungere.
Il vangelo di questa domenica ci aiuta ad entrare in questa logica: qual è il comandamento più grande? Amare Dio e il prossimo. Non possiamo pensare che la fede - cioè l’amore che noi diciamo avere per Dio - si possa esaurire solo in parole o in riti; la fede in Dio mi spinge a muovermi verso i fratelli più in difficoltà, mi impegna ad amare i nemici, mi esige nel farmi prossimo ai miei fratelli. C’è un bellissimo prefazio (cioè la parte della messa che precede il “santo”) dove si dice “ancor oggi come buon samaritano [Cristo] viene accanto ad ogni uomo piagato nel corpo e nello spirito e versa sulle sue ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza” e questo dovrebbe essere il paradigma di ogni persona che ha fatto l’esperienza dell’incontro con Cristo e da questo incontro si è sentita trasformata, cambiata.
L’invito che papa Francesco spesso fa alla Chiesa, quello cioè di andare alle periferie non solo esistenziali, ma anche geografiche per portare l’annuncio di Gesù quale strada migliore può avere se non quella della concretezza, del dare consolazione e speranza?
Essere cristiani non è un privilegio, è un impegno, un servizio che anzitutto parte da me perché cambia me e mi fa arrivare alla compassione verso l’altro.
Un cantautore italiano, in una delle sue canzoni dice “Siamo noi gli inabili che pur avendo, a volte non diamo”: domandiamoci se questo è vero per me, e lasciamo che nella nostra vita Cristo risplenda così anche noi potremo splendere come astri nel mondo.
don Luca