Due giornate diverse dal “solito”
Articoli - 24 novembre 2013
L'uscita del gruppo giovani al lido di Jesolo nella parrocchia del Sacro Cuore
Sabato 16 e domenica 17, noi del gruppo giovanissimi, abbiamo deciso di passare due giornate diverse dal "solito". Lo metto tra virgolette, perché abbiamo davvero fatto qualcosa che se fossimo stati da soli, a casa nostra, non avremmo fatto.Di cosa sto parlando? Non è facile parlarne, anzi, non credo sia proprio spiegabile con le parole, va vissuto! Ma per darvi un'idea posso raccontarvi cosa abbiamo fatto!
Sabato siamo partiti con due macchine e abbiamo raggiunto quelli che ora sono "gli amici di Jesolo", certo, perché già capitandoci di rincontrare qualcuno di loro mercoledì scorso al pellegrinaggio della Madonna della Salute ci siamo scambiati calorosi saluti, proprio da amici!
Ma torniamo a sabato: dopo aver sistemato i nostri giacigli ci siamo dedicati ad alcune attività inerenti al grande tema che ci sta accompagnando da settembre: il Servizio.
Abbiamo poi cucinato tutti insieme, abbiamo cantato e giocato, e la sera ci siamo lasciati trasportare da un film che consigliamo a tutti: Paradà!
E la domenica? Che sofferenza la domenica, sveglia alle 8 e via di corsa fuori al freddo ad abbracciare il giorno nuovo... il tutto per scoprire che ci siamo dimenticati il latte! Quindi colazione a base di Thè scaldato.
Poco male, siamo andati a messa nella parrocchia del Sacro Cuore e poi a rifarci della colazione perduta nel pomeriggio, quando gli amici di Jesolo hanno organizzato una castagnata a cui abbiamo preso parte, e quanti dolci!
E dunque, dopo altre attività programmate, tra cui una breve preparazione al pellegrinaggio alla Salute siamo rientrati.
Ma cosa traspare dalla lista della spesa di ciò che abbiamo fatto? Non di certo le nostre emozioni nel vivere ciò descritto, emozioni che ognuno di noi sta imparando a custodire e ad interrogare camminando insieme da quasi un anno e mezzo.
Custodire ed interrogare sono i due verbi che mi piace usare per definire ciò che stiamo vivendo. Custodire, tenere nel cuore: non svendere, sentire nostro. Ed interrogare, ovvero guardare ad esse con semplicità, sulla bellezza delle cose che incontriamo, e domandarsi: "Ma quale vita desidero vivere io?"
Giki