Gesù Lavoratore

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Dalla presentazione della Commissione Episcopale per l’Ecumenismo e il Dialogo della Conferenza Episcopale Italiana

Articoli - 23 gennaio 2022
“…In questa Settimana, la Chiesa di Cristo invita i suoi figli a pregare per la cosi? tanto desiderata, ma cosi? lacerata nei secoli, unità visibile della Chiesa. Rivolge questo invito sempre inalterato nei momenti felici, nei momenti di guerra, di carestie, di malattie. Non lo rivolge riferendosi all’uomo, stressato da tante preoccupazioni e dalle tentazioni tramite le quali la nostra epoca cerca di distrarlo, rendendolo indifferente verso le questioni di fede, ma lo rivolge, perlopiù?, alle conseguenze che queste distrazioni e tentazioni, in generale, portano, come la paura, l’angoscia, la mancanza di fiducia verso il prossimo, che potenzialmente rischia di diventare la causa della nostra sofferenza. L’umanità?di oggi si richiude in se stessa, cerca di recidere i rapporti con il prossimo e vivere non soltanto in una separatezza fisica, ma in un isolamento spirituale, che fa crescere a dismisura la sua solitudine e la sua sofferenza psicofisica.
Arenandosi nella loro solitudine esistenziale, gli uomini e le donne di oggi gridano a se stessi e si chiedono: ma che valore può? avere la nostra preghiera davanti alle tante divisioni che strappano l’unica tunica di Cristo? Che valore può?avere la preghiera di fronte al dominio della morte? Non si puòrispondere a queste domande, se prima l’essere umano non accetta spiritualmente il grande evento della Visita Divina. Tante volte le condizioni della vita umana induriscono il cuore e la grazia di Dio fa fatica a penetrarlo. Per poter capire e accettare chi è Colui che ci visita e al Quale rivolgiamo la preghiera, l’uomo deve preparare il presepio della sua anima, non tramite un cambiamento esteriore o attraverso uno sterile perfezionamento morale. Ci vuole la conversione di tutto il nostro essere, accettare Cristo come il Signore della nostra vita, accogliendolo nella nostra anima, pur sapendo che essa assomiglia più ad una stalla, riempita da tutto ciò?che ci affligge e ci opprime. È molto bello il paragone che i Padri fanno tra anima e stalla. Come Cristo si è degnato di nascere in una stalla, cosi? si degna e si? rallegra quando entra nella nostra anima convertita.”